Di Bartolomei, quel colpo di pistola 15 anni. fa La moglie: «Ago è qui, mi dà forza» di Carlo Tecce E poi si fa sera. «E noi parliamo, ci confrontiamo. Mi consiglia, mi trasmette forza». La dolcezza è nei verbi coniugati al presente. I verbi che vivono. E poi alza gli occhi, non li abbassa: «C’è stato un periodo che ero arrabbiata con lui. Che mi facevo tante domande e non trovavo una risposta. Mi sono detta che dovevo cercare la felicità nelle piccole cose, per me, i miei figli e per lui». Per il capitano buono, per il ragazzo di borgata che aveva riportato lo scudetto a Roma. Che aveva sfiorato la coppa dei Campioni, che hanno mandato via. Che hanno dimenticato. Il calcio, non la gente. Perché Ago era la gente: «Ancora oggi, a quindici anni da quel giorno, la gente parla di lui come di un esempio per i giovani calciatori, un uomo vero». Quel giorno, il 30 maggio 1994, Agostino Di Bartolomei si uccise con un colpo di pistola sul terrazzo della sua villa, sul mare, a San Marco di