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Visualizzazione dei post da marzo, 2011

Le scellerate scelte…

 Il segreto dell'esistenza non sta soltanto nel vivere, ma anche nel sapere cosa si lascerà. La vera scelta scellerata fu fatta nel lontano 1994, quando si abbandonò la Sede Storica dell’Ippolito Nievo, che accelerò la scesa commerciale, si decentro la sede Operativa sulla allora periferica via Prenestina, che creò immediatamente difficoltà, sia di collegamento che di visibilità, ma nessuno all’epoca seppe contraddire colui, che tali scellerate decisioni prese. Si narrava che tale trasferimento fu fatto per ridare la sede dell’Ippolito Nievo all’Associazione Nazionale dei Reduci e Combattenti e per dare con l’acquisizione della nuova sede un capitale di proprietà all’impero, che avrebbe garantito una garanzia economica a tutti i popolani. Le due motivazioni chiaramente non ebbero lo scopo prefissato, infatti, negli anni 2000 si venne a sapere che la storica sede fu svenduta come da notizia riportata nel 2007 anche da un famoso quotidiano Romano, mentre la nuova Sede “l

Lo Zoccolo duro dell’Urbet est

l'immagine qui riportata e stata donata da un anonimo amico del Blog.... GRAZIE!!!!!! Non tutto ciò che è vincente purtroppo lo rimane in eterno, specialmente se gestito da personaggi supponenti, forti soltanto della ricchezza che avevano, senza capire dove si stava andando, allacciati ad una politica ormai logora e senza futuro. Lo strapotere dell’Urbet attirò tanti Piscicani dell’Imprenditoria, che iniziarono pian piano a rosicchiare l’immenso paniere Urbonico, costruirono piccoli feudi dentro e intorno, la loro crescita portava inevitabilmente a delle perdite in Urbonia che erroneamente non vennero prese in considerazione. Il mercato parallelamente cresceva e L’Urbet rimaneva stazionaria, non si capì che era l’inizio di un ridimensionamento lento ma continuo. I concorrenti aumentavano e attirarono alcuni nostri funzionari ormai esperti, a migrare nei loro feudi, certi di poter capitalizzare quello che il nostro impero aveva a loro insegnato, gli stessi che ancora oggi c

E se da una rottura nascesse l’unità?

Maurizio Scarpa Vicepresidente direttivo nazionale – Filcams Nazionale Dopo la conclusione della trattativa con la firma di un accordo separato anche nel settore del Terziario credo sarà difficile per chiunque ipotizzare ancora tavoli unitari che vadano più in là di una semplice unità d’azione per singoli e specifici temi. Dopo i metalmeccanici con gli accordi separati sul contratto e sulla Fiat. Dopo la rottura del tavolo per il lavoro pubblico, dove in prima persona il segretario generale Susanna Camusso ha dovuto subire l’affronto di un testo preconfezionato da prendere o lasciare. Adesso si chiude la trilogia con il Terziario, dove volutamente Cisl e Uil hanno ricercato pervicacemente la rottura. Aneddoti dal corridoio della trattativa dicono che Bonanni in persona abbia sostenuto la rottura, (e non sarebbe la prima volta che lo fa, dato che posso testimoniare personalmente che al tavolo del Turismo, ad un minuto dalla firma, intervenne in prima persona per bloccare il negoz